“Se c’è qualcosa che vorremmo cambiare in un bambino, dovremmo prima esaminarla e vedere se non è qualcosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi” Carl Gustav Jung

Alcuni gesti hanno un potere talmente prorompente tanto da essere in grado di fermare la nostra quotidiana corsa contro il tempo. Ed è solo quando le cose accadono che allora comincia a palesarsi nella nostra mente la realtà. Una realtà cruda, una realtà permeata di sofferenza, una realtà fatta di silenzi e di solitudine. Siamo abituati a dare tutto per scontato, abituati a non stupirci di quello che abbiamo intorno e delle persone che incontriamo. Routine la chiamiamo.

A noi piace pensare che siano occasioni uniche ed irripetibili, che danno all’umano, in generale, la possibilità di compiersi ogni giorno.

Ci sentiamo stretti nella morsa del dovere: dover essere, dover apparire, dover assomigliare, dover aderire a norme e convenzioni. Questo ci dà la sensazione di uguaglianza, la garanzia di far parte di una società che non ci percepisce come diversi. Eppure la diversità fa notizia perché in qualche modo quell’Essere apparentemente tanto simile a noi, si discosta in maniera impropria dal comune modo di pensare ed agire, tanto da riuscire a smuovere le nostre coscienze. I diktat di questo nostro tempo sono assoluti: apparire ed avere. Per questo abbiamo imparato a non riconoscere più l’indispensabilità delle relazioni. Eppure la felicità si accontenta e si realizza nella semplicità dell’altro, non desidera chissà che, ma si ha quando ho la certezza che, quel qualcuno ci sarà quando cadrò, quando farò scelte sbagliate, quando sarò solo. E’ proprio con questa consapevolezza, che ricoprendo un ruolo professionale, qualsiasi esso sia, che nel momento in cui sentiamo dire la frase “Con quel ragazzo non c’è niente da fare” allora c’è tantissimo da fare. Fermarsi ad ascoltare per esempio. E’ solo dall’ascolto che nasce la cura, ed è attraverso di essa che si esprime l’amore. E’ solo amando che si insegna e si educa. Senza questo sentimento saremo dei bravissimi oratori, ma dei pessimi mentori.

Con queste motivazioni abbiamo portato avanti per diversi anni il progetto Frena il Bullo, in collaborazione con il SIAP (Sindacato Italiano degli Appartenenti della Polizia di stato) da cui poi è nata Fondazione Libra ets, con progetti ed attività volte al contrasto del bullismo, cyberbullismo, mobbing e violenza di genere. Con la nascita della fondazione è anche nato a Padova il primo Centro Europeo che si propone di offrire un supporto e risposte ai bisogni del territorio, intessendo con lo stesso una collaborazione attiva al fine di fornire un sostegno ai bambini ed alle bambine, ai ragazzi ed alle ragazze, alle istituzioni scolastiche, alle famiglie ed alla Comunità Educante.